domenica 27 settembre 2009

lentezza

Vi sono necessita' di profondissime modificazioni del ritmo,non ancora del gesto ; sto dicendo, ma del ritmo SI, dell'endoritmo possibile a partire da posizioni tradizionali e ortopnoiche.Per cio'la lentezza diviene necessita' di pre-potenza dell urlo, non certamente scrosciante o fragoroso con l'infrangersi di catene o incastellamenti di lamierini di acciai del ventennio, ma come flusso,come corrente di passi leggeri sui sassi, come un cammino la mattina presto sulle pietre delle strade veronesi.Urlo di vento e di tacchi di legno; Come un camminata giapponese sul selciato di Caserta.Percio' il respiro si allarghi in lentezze diaframmatiche,seduti in acque di torrenti primaverili,eutermiche perche' euritmiche alle bugia della morte di ogni respiro.